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Inventori di potere

Aggiornamento: 23 dic 2018

Al binario 6 della stazione treni di Firenze, l'atmosfera è serena, tutti i viaggiatori sembrano

essere arrivati con congruo anticipo ed il treno a sua volta è già in sosta con le porte aperte.

Con tutta calma e con l'aiuto di Satia, sistemo i nostri bagagli.

Posto 11 e posto 12, grazie ad un colpo di fortuna abbiamo acquistato i biglietti on-line, c'era un' offerta per le poltrone in prima classe e quei posti adesso sono i nostri.

Il nostro piccolo Dario è eccitato all'idea del viaggio e guarda ogni dettaglio del treno con la curiosità che noi da adulti, nel tempo, al massimo abbiamo saputo trasformare in sterile attenzione per le cose.

Il treno partirà tra 10 minuti, giusto il tempo di fumare una sigaretta all'esterno, far giocare il bimbo ancora un po' e così saremo in viaggio.

Dario, gioioso, sale e scende dalle scale del treno e Satia ed io fumiamo sereni la nostra amara

sigaretta...

Troppo spavaldo per la sua età, muove male un passetto e...sta per cadere, rapidissimo faccio un

passo in avanti verso le scale del treno, tendo il braccio sinistro verso il basso e le due dita della

mano destra, munite di sigaretta, verso l'alto, come nel gesto di un abbraccio collettivo che fa l'inchino su di un fianco....afferro saldamente Dario al volo evitando il peggio, la sigaretta è lontana dal caos dei movimenti repentini.

Un secondo dopo, quasi fosse un falco appoggiato sulla mia spalla, si avvicina una guardia giurata, a tal scopo vestita di tutto punto, cappello, distintivo luccicante e pistola nel fodero.

Con fare gentile ed atteggiamento inquisitorio dice: signore, si sposti da lì!

Lo guardo stupito, non capisco, la frase mi sembra così impropria che non intendo neanche da dove a dove mi sarei dovuto spostare e, soprattutto, perché?

Lo guardo, mi guarda: "Signore, la sigaretta!"

Lo riguardo, alzo le sopracciglia verso l'alto esteriorizzandogli il mio stupore, il mio non comprendere l'appunto.

Lui, come se mi stesse favorendo dice: non può stare lì con la sigaretta, il sensore del treno se rileva il suo fumo si attiva, blocca il treno, fa cadere ovunque una schiuma speciale antincendio, restiamo fermi qui almeno tre ore e...si prende anche una discreta multina!

Lo guardo, mi guarda...è un istante, un millesimo di secondo ma in quel brevissimo tempo mi riesce di pensare: cazzo adesso cosa dico? Vivo dentro me una sensazione mista di paura, imbarazzo difficoltà generale. Penso che stavo per far succedere il peggio, mi sento in difetto. Per giunta sto rischiando di prendermi una multa. Poi la serenità raggiunge i miei affastellati pensieri, che rapidamente cambiano

strada...penso: ma io sono fuori dal treno, sto fumando all'aria aperta dove non c'è alcun divieto. E poi mi son solo avvicinato con la sigaretta alla porta

per un istante, giusto il tempo di non far cadere mio figlio. Un sensore, pur sensibile che sia, non potrebbe mai rilevare tale fumo. La sensazione di imbarazzo si inizia a trasformare in rabbia, torno al primo passaggio: cosa gli dico a questo? Continuo nei miei pensieri: coglione di un meschino che hai fatto tutti i concorsi del mondo per entrare in qualche corpo armato riconosciuto, che sei uscito perdente da tutti i test che hai fatto, che incapace, nel concreto, pur di avere una pistola in mano sei finito a fare la guardia giurata. Vile, vieni qui a fare dell'assurdo terrorismo psicologico, a generare dal nulla una situazione in cui tu possa esercitare un qualche potere, per giunta

ti inventi una storia fuori dalla realtà fisica degli elementi, hei io sono fuori dal treno! tenti di

intimidirmi minacciandomi sostanzialmente con una multa. Ecco perché il mondo va a rotoli.

Esco dai pensieri, Faccio un ulteriore passo indietro per allontanarmi dalla porta, sorrido e dico: mi scusi non sapevo.

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